Partita la fase di sperimentazione per i registri IVA precompilati. Scopriamo le principali novità al riguardo
I registri IVA precompilati sono diventati realtà dal 1° luglio. Dopo vari rinvii è stato dato il via libera ad uno strumento atteso sin dal DL 127/2015 e che ha ricevuto il semaforo verde in via sperimentale.
Si tratta di un’importante novità per tutti gli operatori economici. I registri IVA precompilati, infatti, non sono altro che bozze predisposte in automatico dei registri delle fatture emesse e ricevute. Tale struttura si basa sui dati delle FE, delle operazioni transfrontaliere e dei corrispettivi telematici.
Ad essere interessati in questa fase saranno oltre 2 milioni di operatori che effettuano la liquidazione trimestrale dell’IVA, residenti e stabiliti in Italia. Per il momento restano esclusi i soggetti con contabilità più complessa e/o con regimi speciali ai fini IVA.
La fase di sperimentazione dei registri IVA precompilati
Come già detto, quella che ha preso il via il 1° luglio è una fase di sperimentazione. A partire da tale data i registri IVA precompilati sono disponibili sul sito dell’AdE nella sezione Fatture e Corrispettivi.
In questo processo un ruolo importante lo gioca la versione 1.6 del tracciato della fatturazione elettronica. Con i nuovi tipi documento, infatti, è possibile acquisire i dati dell’imposta negli scambi intracomunitari e internazionali. Analogamente, grazie ai nuovi codici natura si semplifica la gestione delle operazioni soggette a reverse charge interno, non soggette o non imponibili.
Grazie al nuovo tracciato XML l’Agenzia delle Entrate è quindi in grado di predisporre per gli operatori economici i registri IVA precompilati con il maggior numero di informazioni possibili.
Dal portale i soggetti interessati potranno non solo visualizzare i documenti ma anche effettuare le opportune modifiche. Questo perché determinate informazioni dovranno essere inserite obbligatoriamente dall’utente, ovvero tutti quei dati che sono noti solo all’operatore economico. Basti pensare, ad esempio, all’indetraibilità parziale o totale dell’IVA. Oppure l’inerenza dell’operazione all’attività svolta, anch’essa da inserire in fase di modifica.
Le liquidazioni periodiche IVA
La data del 1° luglio non ha avuto risvolti solo per i registri precompilati IVA ma anche per la LIPE. A partire da tale occorrenza, infatti, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione anche la bozza delle liquidazioni periodiche IVA.
La Comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA (LIPE) spetta ai soggetti passivi IVA. Essi devono trasmettere i dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche dell’imposta.
L’obbligo di invio della Comunicazione non sussiste in assenza di dati da indicare. Al contrario, si verifica nell’ipotesi in cui occorre evidenziare il riporto di un credito proveniente dal trimestre precedente.
Così come già accaduto con i registri, anche il debutto della LIPE precompilata ha subito uno slittamento rispetto ai termini originari. Si tratta comunque di un ulteriore passo verso l’obiettivo di una sempre maggiore condivisione dei dati fiscali.
Gli obiettivi
La messa a disposizione di registri IVA e LIPE precompilati ha uno scopo ben preciso. Si tratta infatti dell’ennesimo accorgimento da parte dell’AdE per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.
L’idea, come già avvenuto con l’introduzione del modello 730 precompilato, è di continuare sulla strada, già intrapresa, della semplificazione fiscale per gli operatori economici.
Trattandosi ancora di una fase di sperimentazione bisognerà attendere ulteriormente per avere dei risultati indicativi. Già dopo il primo semestre si potranno tirare le somme sugli effettivi risvolti per i soggetti coinvolti e verificare l’effettiva bontà delle misure. Sia dal punto di vista della già citata semplificazione, sia per quanto concerne il controllo della correttezza delle operazioni da parte dell’AdE.