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Fattura elettronica: formato europeo per la PA da aprile 2019

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D. Lgs. 148/2018 che recepisce in Italia l’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni e gli altri enti aggiudicatari di ricevere le fatture elettroniche conformi allo standard europeo di fattura elettronica nell’ambito di esecuzione di contratti riferiti ad appalti pubblici.

LA PREMESSA

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.Lgs. 148/2018 dello scorso 14 gennaio è stato recepito l’obbligo, per la pubblica amministrazione, di ricezione ed elaborazione di fatture elettroniche conformi allo standard europeo sulla fatturazione elettronica, in attuazione della direttiva 2014/55/UE riguardante la fatturazione elettronica negli appalti pubblici.

LA FATTURAZIONE ELETTRONICA NEI PAESI EUROPEI


Conformemente a quanto stabilito dal decreto legislativo, le pubbliche amministrazioni italiane soggette all’obbligo dovranno essere in grado di recepire e gestire non solo le fatture conformi al formato nazionale FatturaPA, ma anche quelle in formato europeo. Ma cosa significa esattamente “fatture conformi allo standard europeo”?

Lo standard europeo è un modello semantico (detto “core invoice”) che utilizza due sintassi (linguaggi) alternative:

  • tracciato CII ovvero “Cross Industry Invoice” XML di Un/Cefact
  • tracciato UBL acronimo per “Universal Business Language” (ISO/IEG 19845:2015)

FATTURA ELETTRONICA: FORMATO EUROPEO DA APRILE 2019

Sebbene l’entrata in vigore del decreto sia prevista per il 2 febbraio, l’obbligo operativo di recepire fatture elettroniche in formato europeo è stabilita per il prossimo 18 aprile 2019. Esso riguarderà le pubbliche amministrazioni e gli enti aggiudicatari di contratti pubblici di appalto e di concessione descritti all’articolo 3, comma 1 lettera a) ed e) del Codice degli Appalti pubblici.

Un anno esatto dopo, a partire dal 18 aprile 2020, decorrerà l’obbligo di ricevere fatture elettroniche in formato europeo anche per le amministrazioni “sub centrali. Ovvero tutte le amministrazioni pubbliche aggiudicatrici che non rientrano nelle autorità governative centrali elencate nell’allegato III del Decreto Legislativo n.50/2016 (codice degli appalti).

Restano tuttavia escluse dall’obbligo tutte le fatture elettroniche emesse in relazione a contratti pubblici appartenenti al settore della sicurezza e della difesa, laddove l’aggiudicazione o l’esecuzione del contratto sia dichiarata segreta o soggette a speciali misure di sicurezza (in attuazione della direttiva n.2009/81/CE).

FORMATO EUROPEO: IL RUOLO DEL SISTEMA DI INTERSCAMBIO

Una diretta ed inevitabile conseguenza dell’obbligo sarà chiaramente quella di preparare il Sistema di Interscambio alla gestione e integrazione delle fatture prodotte nel nuovo formato.

In virtù di questo, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe pubblicare prossimamente le Regole Tecniche. Tuttavia, la relazione tecnica al D.Lgs 148/2018 contiene un accenno ai futuri compiti del Sistema di Interscambio.

Quest’ultima afferma che – dopo l’entrata in vigore dello standard europeo – il Sistema di Interscambio continuerà a ricevere le Fatture PA; al contempo si preoccuperà di tradurre le fatture dal formato europeo al formato XML e di inviarle, con copia dell’originale, alle pubbliche amministrazioni destinatarie.

Al riguardo l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto, l’AgID istituirà un tavolo tecnico permanente per la fatturazione elettronica, al fine di garantire l’attuazione dell’obbligo. Le finalità sono elencate all’art 5.

  • aggiornamento delle regole tecniche e delle modalità applicative
  • monitoraggio e corretta applicazione delle regole tecniche
  • valutazioni degli impatti per la pubblica amministrazione e di quelli riflessi per gli operatori economici
  • raccordo e coinvolgimento, fin dalla fase di definizione, di tutte le iniziative legislative ed applicative in materia di fatturazione e appalti elettronici.

FATTURA ELETTRONICA E STANDARD EUROPEO: NIENTE PAURA

A fronte di quanto appena presentato, è chiaro che il nuovo obbligo porterà ad una fase di adattamento. Diversi operatori, non solo economici, si troveranno a gestire fatture in più formati: cartaceo, tracciato XML fattura PA e standard europeo.

Una situazione apparentemente non semplice che si contrappone a quell’idea di semplificazione su cui il formato europeo pone le sue fondamenta.

Eppure la convinzione è quella che, superato il primo scoglio dettato dall’adattamento a questa importante novità, gli enti pubblici possano vedere la fattura elettronica europea come un vantaggio significativo. E, al contempo, come un’opportunità da sfruttare per imprese e professionisti. I quali potranno infatti così gestire dati, non solo fiscali, in maniera uniforme per tutti i propri clienti e fornitori.

Le fatture, attive e passive, e le relative informazioni saranno tutte in unico formato. In questo modo le informazioni di fatturazione e quelle relative alla gestione del ciclo attivo e passivo di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea saranno rappresentate con il medesimo linguaggio.

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